Non so voi, ma io ho una certa nostalgia delle pubblicità illustrate. Mi ricordo da piccola, quando andavo a casa di mia nonna, le illustrazioni pubblicitarie del bitter Campari, incorniciate e conservate quasi fossero delle serigrafie originali di Picasso.
Io ne sono sempre stata affascinata, tanto che, ad ogni mercatino dell’antiquariato, non riesco a resistere alla tentazione di sfogliare, ritaglio dopo ritaglio, tutte le immagini in cerca di quella più bella.
Dalla Vespa alla Manzotin, passando per il Fernet Branca, le immancabili cartine Job, la Barilla e il Cinzano.
Me ne vado sempre a mani vuote… perché davvero non riesco a scegliere.
Sono una più bella dell’altra.
Dicono che per immaginare, la mente abbia bisogno di immagini.
Probabilmente è vero, perché guardando quelle pubblicità, ho sempre percepito sensazioni piacevoli, associando al prodotto illustrato, un sentimento positivo!
I pubblicitari dell’epoca avevano fatto centro e io probabilmente fatto la loro fortuna!
Noto con piacere, che l’illustrazione, poco alla volta, sta tornando alla ribalta, sta uscendo dalla cameretta dei bambini (ebbene sì, c’è ancora chi pensa che l’illustrazione sia qualcosa di infantile, destinata ai più piccoli) e si sta
affacciando nuovamente sul mondo con risultati davvero positivi.
In questa società sempre più alla ricerca di ciò che è veloce, social, digitale e smart, c’è chi ha deciso di tornare a comunicare attraverso l’illustrazione.
Con la sua capacità di codificare la parole attraverso dei segni l’illustrazione ha trovato un nuovo spazio riuscendo ancora suscitare ancora curiosità di chi guarda.
Quindi l’illustrazione è (anche) una cosa da grandi?
Sì, evviva!